Presentati.
Ciao Stefania e ciao a
te che stai leggendo! Che cosa posso raccontarvi su di me? Credo che la cosa
che mi rappresenta di più sia la mia dimensione di moglie e mamma, soprattutto
da quando ai due figli avviati verso l’adolescenza si è aggiunto un terzo
bimbo, ora di quasi due anni. La mia vita è tutta qui, in casa a tamponare i danni
della mia piccola peste, al computer divisa fra le mie storie e i siti che
gestisco come webmaster. Una specie di casalinga disperata ma non troppo, che
sogna di fate e maghi appena può.
Come è nata la passione per la scrittura?
È nata subito, è stato un amore a prima vista quello
fra me e la penna (non so quanto ricambiato). Soprattutto, ho sempre amato
leggere, in particolare la narrativa che mi permettesse di sognare e di volare
via con l’immaginazione. Fin da ragazzina ho scritto racconti, poesie e
riflessioni: faceva parte del mio modo di essere.
Poi “da grande” ho abbandonato la poesia e, per un
lungo periodo, anche la scrittura, fino a che la mia storia non mi ha costretta
ad andare alla ricerca di me stessa e l’unico modo che mi era congeniale era
farlo… scrivendo.
Qual è il tuo stile?
Dal punto di vista tecnico, prediligo gestire
diversi punti di vista con la terza persona, con grande spazio ai dialoghi e
descrizioni funzionali.
Dal punto di vista dello stile narrativo amo molto
l’ironia. Non per niente uno dei personaggi della saga meglio riusciti è il
mago Dert, un arzillo vecchietto che irrompe nei momenti drammatici e smorza i
toni con le sue uscite inopportune.
Il genere letterario che preferisci di più?
Dipende dal momento e dallo stato d’animo. Leggo
classici, romance storici, fantasy, fantascienza.
Quale genere letterario non ti piace?
L’erotico, è fuori dalle mie corde.
Come nascono le tue storie?
Credo che nascano dalla realtà che mi circonda. Anche
se finisco sempre col narrare in forma fantastica o come fiaba, mi ispiro a
quello che vivo. Spesso sono le storie che mi racconto da sola per superare gli
stati d’ansia, quando mi assalgono. Per questo finisco sempre con venare le mie
storie di ironia. Per sdrammatizzare la vita.
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sì. In alcuni più che in altri… in Slupp due
personaggi sono rispettivamente l’autrice e l’alter ego dell’autrice. Ma qui rasentiamo
la follia, lo ammetto!!!
Ester, la protagonista della saga fantasy, contiene
un concentrato dei miei lati peggiori e delle mie insicurezze. Qualcuno l’ha
definita un’antieroina, e in parte la è: mi è servita per esorcizzare aspetti
della mia vita che mi schiacciavano.
Come è nata la tua ultima opera?
L’ultimo romanzo che ho portato a termine è Aerys,
il quarto episodio della saga fantasy. Si tratta di un prequel che ha per
protagonista la Fanciulla delle Terre, citata più volte nei romanzi precedenti.
La storia è nata per un senso di chiusura con la saga. In essa ho voluto
raccontare ciò che nella trilogia viene solo sfiorato, rendendo vivi quei
personaggi citati tante volte, ma appartenenti a un passato lontano.
Stai lavorando a qualche altro libro?
Ora sto scrivendo un romanzo rosa, storico, con
fantasma: mette insieme alcune delle mie passioni, il racconto regency e la ghost story classica. Chissà come ne esco!
Il tuo sogno?
Il sogno è lo stesso di sempre: scrivere qualcosa
che valga la pena d’essere letto e trovare qualcuno che lo apprezzi. Mi
piacerebbe avere di nuovo lettori che amino le mie storie, ma mi accorgo che
con la promozione sono una frana. Sono sempre stata una creatura che vive
nell’ombra, dotata di una naturale invisibilità… difficile e faticoso, per una
come me, adattarsi ai modelli vincenti di oggi, ma spero che almeno un pochino
il sogno si avveri.
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