sabato 3 ottobre 2015

Intervista ad Angela Maisto

Presentati.
Salve, sono Angela, ho 30 anni e a dirla tutta non amo molto parlare di me stessa. Se proprio dovessi descrivermi credo che, forse, la giusta definizione che darei di me stessa è questa: una ragazza che non si vuole arrendere all’idea di crescere. Oltre a scrivere e perdermi nei miei mondi immaginari, sono un architetto; ho sempre voluto rendere il mondo a misura dei miei sogni ed è per questo motivo che ho scelto una professione che, in parte, mi consenta di rendere migliore il mondo in cui vivo.

Come è nata la passione per la scrittura?
Quella della scrittura è una passione innata, non credo di riuscire a ricordare il momento esatto in cui essa sia sbocciata dentro di me, mi appartiene da sempre:ero appena una bambina quando mi ero messa in testa di scrivere la mia versione di Alice nel Paese delle Meraviglie semplicemente perché, a mio avviso, Alice aveva ancora altri mondi da scoprire, personaggi da incontrare, esperienze da vivere. Poco più che ventenne, mi sono avvicinata al mondo delle fan fiction: avevo voglia di raccontare i mondi che avevo in testa ed utilizzare il cantante di una boyband era il modo migliore per far si che quei mondi venissero letti da qualcuno; avevo creato un mio sito web, dal discreto successo, su cui davo libero sfogo alla fantasia. Successivamente mi sono distaccata da quel mondo, portandone sempre un pezzettino nel cuore, e il protagonista del mio romanzo ne è una chiara testimonianza.

Qual è il tuo stile?
Ho uno stile semplice che trova il suo punto di forza nell’introspettività dei personaggi; mi piace descrivere i pensieri e le sensazioni che si nascondono dietro le azioni compiute dai protagonisti dei mie racconti, dare una chiave di lettura profonda della loro essenza.

Il genere letterario che preferisci di più?
Sono una lettrice volubile, essenzialmente adoro i romanzi, dalle commedie romantiche a quelle dal retro gusto amaro. Non posso non ammettere la mia predilezione per il genere introspettivo tendenzialmente drammatico, amo leggere quei libri che mi scombussolano le emozioni, che mi velano gli occhi di lacrime e mi fanno sentire in piena sintonia con i personaggi descritti. Potrebbe sembra tutto molto triste, ma, siamo onesti, come si fa a non affezionarsi emotivamente da un libro come Io prima di te di Jojo Moyse?Se ci penso, ancora piango.

Quale genere letterario non ti piace?
Odio i romanzi storici, è più forte di me; mi annoia, non riesco ad entrare in empatia con i personaggi e i luoghi descritti.

Come nascono le tue storie?
Le mie storie prendono vita nella mia mente come fossero dei veri e propri film, a volte a colori altre in bianco e nero. Sono il frutto delle emozioni di una giornata storta,di un momento felice, di una foto che ha rapito la mia immaginazione; nascono da dentro, quando meno me le aspetto.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Decisamente si. Nel momento in cui la loro storia prende vita è come se me li cucissi addosso, una sorta di seconda pelle attraverso i cui occhi inizio ad osservare il mondo. Una sensazione stranissima.

Come è nata la tua ultima opera?
Eclisse è nata in una sera invernale di qualche anno fa; ero particolarmente triste quella sera e,
mettendomi al pc di fronte ad un foglio word bianco, le parole del prologo hanno preso vita quasi
da sole. E’ quella sera che hanno preso vita Desy e il suo piccolo Christian, la loro vita complicata
e la speranza del loro lieto fine; è quella sera che è stato plasmato Chris con tutte le sue imperfezioni e la voglia di riscattarsi.
Eclisse è una storia di amore e di speranza, di paura e di perdono, il percorso di una mamma che
deve ricordare quanto è importante essere anche una donna e di un padre che deve imparare ad
essere tale. E’ la storia di un amore reale e complicato, proprio come nella vita reale, in fondo.

Stai lavorando a qualche altro libro?
Si e no. Ho un paio di storie in cantiere che sperano di prendere vita un giorno e un paio di progetti a cui vorrei lavorare. In realtà ho una vecchia storia a cui vorrei mettere mano, darle un nuovo vestito, insomma, e provare a capire se quei personaggi riescono a far sognare una nuova generazione di ragazze come era accaduto in passato. Vedremo…
Per adesso curo con amore il mio blog, non posso passare troppo tempo senza dare voce ai miei
pensieri.


Il tuo sogno?
Ho un cassetto pieno di sogni, ma sono troppo scaramantica per raccontarli ad alta voce. Sono certa possiate capirmi.

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