Presentati.
Ciao a tutti! Mi chiamo Beatrice Barbiero, nata e
cresciuta a Venezia 25 anni fa, dove vivo tuttora e dove studio archeologia a
Ca’ Foscari, dopo aver conseguito una laurea triennale in Conservazione dei
Beni Culturali. La mia vita si divide tra la scrittura e lo studio,
principalmente: ho lavorato per qualche anno come collaboratrice esterna per il
magazine Cioè, nel 2010 ho pubblicato il mio primo romanzo, Backstage, e ho
partecipato a diversi concorsi con racconti brevi. Amo l’arte in tutte le sue
forme: vado spesso a teatro, in giro per musei, leggo moltissimo e ascolto
musica di tutti i generi.
Come
è nata la passione per la scrittura?
E’
cresciuta dalla passione per la lettura. Mia madre mi raccontava le fiabe della
buonanotte per farmi addormentare, quando ero piccola, e molto presto ho
imparato a leggere da sola, per poi passare al raccontarmi le mie stesse storie,
sia la sera, sia durante il giorno quando mi trovavo a giocare da sola. A
scuola i temi erano i compiti in classe che preferivo ed è capitato che qualche
insegnante mi facesse leggere la mia storia davanti alla classe. Infine, non ho
più potuto fare a meno di scrivere, semplicemente: c’è sempre qualche nuova
storia da raccontare, personaggi che si impongono, che voglio sviluppare e
scoprire.
Qual
è il tuo stile?
Uno
stile che vuole ricalcare la realtà il più possibile, soprattutto dove tutto
appare irrazionale e impossibile; è una descrizione oggettiva degli eventi,
facendo trasparire dai personaggi stessi i loro pensieri, piuttosto che da ciò
che scrivo, anche se spesso mi diverto a fare la parte del narratore
onnisciente. Amo giocare con le parole, creare scenari un po’ onirici per
raccontare piccoli eventi, mentre per le ampie panoramiche o nei momenti
cruciali mi limito all’essenziale. Cerco di far uscire dal racconto tutti e
cinque i sensi usati dai personaggi.
Il
genere letterario che preferisci di più?
Leggo
di tutto, dipende dal momento, da cosa ho bisogno di sognare, o conoscere. Mi
capita di leggere determinati libri unicamente perché so che possono aiutare
ciò che sto scrivendo in quel periodo. L’unico genere che non sono ancora
riuscita ad apprezzare pienamente è il thriller, ma ho intenzione di recuperare
al più presto.
Quale
genere letterario non ti piace?
Non
escludo nulla dalla mia wish list letteraria.
Come
nascono le tue storie?
Da
idee improvvise: posso farmi ispirare da un paesaggio, o guardando una persona
sconosciuta per strada, ascoltando una musica o vivendo una situazione
particolare. Dopo aver abbozzato l’idea di base, inizio a scoprire il mondo in
cui verrà ambientata la storia, il protagonista e gli altri personaggi, quale
può essere il loro vissuto; è un lavoro lungo che per me richiede più tempo
della stesura effettiva del romanzo. Quando è tutto chiaro sia nella mia testa,
che nei vari file nel computer e nei fogli scritti a mano sparsi in giro, solo
allora scrivo una sinossi da dividere poi in capitoli.
In
genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Mi
immedesimo in loro il tempo necessario per scriverli e farli agire, e a volte è
complicato perché tutti devono avere una loro individualità ben distinta e non
devo mettere in ognuno di loro un po’ di me. E’ una sorta di schizofrenia
temporanea.
Come
è nata la tua ultima opera?
La
Melodia della Memoria è nata dal desiderio di raccontare di una grande
amicizia, più forte anche della morte, un’amicizia tra due ragazze totalmente
diverse, ma che si completano e si proteggono a vicenda. Bab è stato il primo
personaggio nato in funzione di questo romanzo e doveva essere la protagonista,
ma poi ho capito che Fanny sarebbe stata più adatta come “angelo custode”. A
quel punto è nata Acra Aleon e tutta la mitologia di Orphelia e Kennaz, ho
ricercato per ognuna delle streghe del Circolo della Civetta la storia adatta,
il background unico e particolare che le ha fatte essere Kennaz con ricordi.
Alexis e Caleb sono venuti di conseguenza, mentre Francesco era un personaggio
di cui avevo già scritto e che ho ripescato da un vecchio racconto nascosto nei
meandri dei file dimenticati. Nel corso della stesura sono stata un paio di
volte a Londra per cercare i luoghi giusti per i flashback di Fanny e per
trovare l’ispirazione per l’ultima battaglia.
Stai
lavorando a qualche altro libro?
Al
momento sto facendo ricerche per un romanzo steampunk ambientato tra Venezia e
Londra nell’800: sono le città a cui sono maggiormente affezionata e anche le
mie più grandi fonti d’ispirazione, quindi vorrei che il contesto fosse il più
autentico possibile. Però ho già scritto il prologo e delineato una serie di
personaggi su cui scrivere.
Il
tuo sogno?
Scrivere
un romanzo storico ambientato nella Babilonia di epoca neo-babilonese, magari
sotto il regno di Nabonedo, oppure nel IV sec a.C., in epoca seleucide. Sono
un’archeologa orientalista e il mio sogno più grande sarebbe quello di
mischiare le mie passioni e i miei lavori e produrre qualcosa di bello e
coerente storicamente per far conoscere un po’ di più a tutti quella
meravigliosa terra che era la Mesopotamia.
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