Presentati.
Mi
chiamo Rossella Padovano, e vivo tra la Germania e l’Italia. Sono una designer
di moda e mi interessa ogni forma di comunicazione. Tra le varie passioni, la
scrittura da qualche anno è al primo posto. Il mio lavoro di designer mi
obbliga a ritmi scombussolati, ma strappo brandelli di tempo con le unghie per portare
avanti il mio prossimo romanzo. Organizzandomi e sfruttando i fine settimana
liberi, ho terminato e pubblicato La Grazia dell’Acqua, il mio primo racconto.
Come è nata la passione per la
scrittura?
Ho sempre scritto, ma l’idea di
cimentarmi con un romanzo vero e di tentarne la pubblicazione non mi aveva mai
sfiorato prima di qualche anno fa. È avvenuto tutto in modo naturale, ho
sentito l’esigenza di scrivere una storia e far sì che altri potessero
leggerla. La casa editrice Lettere Animate mi ha dato questa possibilità.
Qual è il tuo stile?
Sullo stile ho lavorato tanto,
mi piace usare le parole in maniera estetica, più per evocare sensazioni e
immagini anziché descrivere e basta.
Il genere letterario che
preferisci di più?
Mi considero un’appassionata di
libri, quindi sono piuttosto onnivora, amare Jane Austin e Shakespeare, non
esclude dalla mia libreria autori formidabili come Jean-Claude Izzo o Josh
Bazell. La mia lista è varia.
Quale genere letterario non ti
piace?
Il genere rosa, mi annoia.
Come nascono le tue storie?
Mi lascio ispirare dal cinema, dalla
musica, dai viaggi di lavoro che mi portano spesso in paesi dalla cultura
differente. Da tutte le storie che ho letto, dal fumetto, dall’arte, sono benzina
per i nuovi spunti che diventeranno storie.
In genere ti immedesimi nei
tuoi personaggi?
Quasi mai, ma devo ammettere di
gioire e soffrire con loro, è come se fossero reali, amici con cui trascorrere
il tempo e che saluto a malincuore, quando il lavoro è terminato. Separarmi da
loro è un vero e proprio dramma.
Come è nata la tua ultima
opera?
Immagina un tappo che salta
senza controllo. Ad un tratto il racconto ha iniziato a venir fuori. La summa
di libri letti, film, musica e immagini si sono mescolate tra loro e sono
esplose, riversandosi sotto forma di parole sulle pagine di quello che è
diventato “La Grazia dell’Acqua”. Sicuramente l’ispirazione è partita anche dal
luogo in cui vivo, la Baviera con i suoi laghi e il suo singolare imbrunire, è
la stessa che ha colorato di blu il film Ludwig di Luchino Visconti, e poi
Roma, la mia seconda città, piena d’arte, storia e bellezza. Ero in viaggio
quando ho cominciato a scrivere la prima scena, senza nemmeno sapere il perché.
A questa poi se ne sono aggiunte altre, avevo tracciato la storia ma solo fino
a un certo punto, poi un personaggio che non sapevo esistesse è entrato in
scena prepotentemente, suggerendomi il finale. L’ho ascoltato, il suo potere di
persuasione è indiscutibile, e credo che ogni lettore se ne sia accorto.
Stai lavorando a qualche altro
libro?
Sì, e mi aspetta qualche mese
di lavoro per la revisione finale. Ho scelto un soggetto e un’ambientazione
diversi, come una pausa defaticante, ma poi il lavoro si è rivelato ugualmente
impegnativo. Prevedo di terminarlo e tentarne la pubblicazione entro dicembre. Nel
frattempo alcune pagine del sequel di “La Grazia dell’Acqua” sono già state
buttate giù, ma non so ancora se il progetto andrà in porto.
Il tuo sogno?
Poter vivere di scrittura. Sì,
è un vero sogno…
Contatti:
Non lavorare troppo,si consuma il cervello.
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