martedì 12 maggio 2015

Intervista a Martina Semilia

Chi è Martina Semilia?
Martina Semilia è una ragazza di 23 che comincia a scrivere alle scuole medie un po’ per gioco, un po’ per passione. Questo mi porta a scegliere il Liceo Classico Mariano Buratti di Viterbo per proseguire gli studi ed effettivamente la scelta risulta azzeccata in quanto i professori mi incoraggiano e mi sostengono. E’ proprio durante gli anni del liceo che alla scrittura si affianca la passione per il cinema, nello specifico per la regia, ma per mancanza di mezzi continuo a scrivere, anzi a descrivere quelle che per me sono delle visioni, delle immagini in movimento. E così mi creo un mio stile, fatto appunto per lo più di “impressioni” d’inchiostro invece che su pellicola.
Adesso sono una studentessa di Scienze della Comunicazione dell’Università di Verona, abito a Bologna con mio marito e mia figlia. Sono una ragazza molto attiva, di quelle che non riescono a stare ferme un attimo, e così agli impegni familiari e di studio ne sommo molti altri di varia natura: in mezzo a questi però rimane fissa la scrittura, a cui sicuramente riesco a dedicare meno tempo, ma non meno passione.

Come è nata la passione per la scrittura?
Come dicevo prima la passione vera e proprio è figlia di un’altra passione e cioè quella per la regia. Mi trovavo a 15 anni a rincorrere un sogno lontanissimo e difficilissimo da raggiungere. Per girare qualche scena c’era bisogno di cineprese, location, attori, soldi e una quantità di scartoffie burocratiche impressionanti. Decisi quindi di mettere un attimo da parte la passione per la macchina da presa e per non perdere le idee usavo il mezzo più a portata di mano e con il quale riuscivo ad esprimermi meglio in ogni circostanza: la scrittura. Cercai quindi di trasferire nero su bianco queste immagini che mi giravano nella testa proprio come se fossero pezzetti di film, descrivevo quelle scene cercando di sottolineare con le parole quello che in un film si riesce a fare con pochissime studiate inquadrature. Scrivere era quindi diventato una necessità da soddisfare immediatamente, e così è rimasto.

Qual è il tuo stile?
Penso di poter definire il mio stile “introspettivo” dato che scrivo spessissimo di come vengono vissuti determinati sentimenti dai miei personaggi. Mi piace definirmi anche “sentimentale”, ma non nel senso di letteratura rosa, piuttosto proprio perché mi piace eviscerare i vari sentimenti che si provano, anche quelli peggiori.

Il genere letterario che preferisci di più?
Leggo davvero di tutto, dal fantasy allo storico.
In generale posso dire che gli scrittori che leggo con più piacere sono la Mazzantini e Valerio Evangelisti…che infatti scrivono generi opposti!

Quale genere letterario non ti piace?
Tendenzialmente non mi attirano molto i classici polizieschi.

Come nascono le tue storie?
Al momento ho scritto solo racconti, più o meno brevi. Le storie che si presentano nella mia testa arrivano all’improvviso e sono fugaci. Come dicevo sono delle immagini che io vedo scorrere davanti ai miei occhi, finché scorrono loro scorre anche la penna, non mi pongo limiti.
Spesso nascono da un “qualcosa” di reale che mi capita di vedere o sentire, dipende molto anche dal mio stato d’animo, mi capita di catturare un pensiero, o un esperienza vissuta, una notizia, un sentimento, e tutto parte da lì, sento che devo assimilare la cosa e poi trasformarla in parole.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sì, ma solo ed esclusivamente quando scrivo. I miei personaggi di solito sono completamente differenti da me, a volte compiono azioni o scelte che io non farei mai e poi mai, però sì, quando devo scrivere di “Francesca” io sono lei, perché devo pensare come lei per poterla caratterizzare al meglio. A volte durante lo studio di un personaggio mi capita di pensarci nei momenti più inaspettati, in fila alle poste ad esempio! Mi piace pensare che i miei personaggi siano accanto a me e provare a immaginarmi cosa farebbero in quelle situazioni apparentemente “normali”. Mi aiuta molto effettivamente, ma è una cosa che mi viene anche molto naturale…spero di non sembrare pazza! A me viene sempre da ridere quando ne parlo! :D

Come è nata la tua ultima opera?
Se per ultima opera intendiamo l’ultimo racconto scritto, allora questo è “Addii” ed è anche il mio primo racconto edito. L’ho scritto per partecipare ad un concorso on line indetto dalla casa editrice Arpeggio Libero dove bisognava scrivere appunto un racconto sul tema “un bacio abbandonato”in massimo 3013 battute.
Per me che di solito mi dilungo nella descrizione di percezioni e particolari è stata durissima, ho tagliato davvero tanto dalla prima bozza. Però alla fine ce l’ho fatta. Tutti i racconti del concorso sono stati pubblicati in un antologia dal titolo appunto “3013: per un bacio abbandonato”.
In questa occasione ho quindi conosciuto la casa editrice Arpeggio Libero, della quale avevo anche sentito parlare un’amica che aveva appena pubblicato con loro la sua prima raccolta di racconti (Marta Tempra n.d.A) e ho quindi deciso di mandare anche io i miei scritti sebbene nutrissi pochissime speranze. E invece pochi mesi dopo mi ritrovo a firmare un contratto con loro per la pubblicazione del mio primo libro, una raccolta di racconti: “Coriandoli”.
E’ uscito a gennaio, ma io ancora non riesco a crederci, anche perché sono capitata in mani d’oro davvero. Tutto lo staff di Arpeggio è fantastico, non mi hanno mai lasciato sola, sanno sempre ascoltarti se hai bisogno di un consiglio o di qualsiasi cosa. Ho già fatto le mie prime due presentazioni, una proprio nel mio ex Liceo ed è stato davvero emozionante, ma l’editore era lì presente a sostenermi ed è stato merito suo se sono andate davvero benissimo entrambe.

Stai lavorando a qualche altro libro?
Uhm….ni?! Non parto con l’idea di scrivere un libro. Intanto scrivo, se ne sento il bisogno, se ho qualcosa da raccontare. Se ne verrà fuori un libro allora tanto meglio, se verrà pubblicato poi…apoteosi! Non parto prefissandomi certe mete, sono molto egocentrica nella scrittura, scrivo innanzitutto per me stessa, per soddisfare un mio bisogno.
Comunque sto lavorando su qualcosa di nuovo e diverso da “Coriandoli”, sto un po’ esplorando altri generi e stili
J

Il tuo sogno?            
Ho tanti sogni, troppi. La mia è una mente sognatrice per eccellenza. Il mio sogno per eccellenza ormai è diventato la serenità J
In campo letterario ovviamente spero che lo scritto nuovo su cui sto lavorando possa effettivamente concretizzarsi in una nuova pubblicazione!


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