Chi
è Francesca Rossini?
Sono
un’insegnante e una mamma, una lettrice vorace, che ha scoperto anche la
passione per la scrittura.
Vivo
a Manziana, un paesino nella provincia nord di Roma e quando ho un po’ di tempo
libero scrivo su varie piattaforme, soprattutto the incipit e scrivo articoli
sul blog ‘il momento di scrivere’. Oppure leggo e dipingo. Ecco qui in poche
righe tutte le mie passioni.
Come è nata la passione per la
scrittura?
Mi piace scrivere da sempre,
fin dalle scuole elementari amavo inventare storie di ogni tipo. Ricordo che
quando riuscii a mettere mano su una vecchia macchina da scrivere, non facevo
che ticchettare infiammandomi i polpastrelli. Ma non avevo mai scritto qualcosa
di lungo e impegnativo, solo due anni fa, quando mi sono accorta che la storia
che scribacchiavo su una vecchia agenda, stava diventando davvero corposa, ho
preso coscienza che forse sì, potevo provare a creare un romanzo.
Qual è il tuo stile?
Non mi piacciono troppi giri di
parole. Il mio scrivere è semplice e diretto. Mi piace descrivere le azioni
come se avessi in mano una cinepresa invece che una penna. E mi piace far agire
i miei personaggi secondo la psicologia che ho creato per loro. La parte che
amo di più è infatti delineare i lati caratteriali.
Il genere letterario che
preferisci di più?
Senz’ombra di dubbio il
thriller, il mistero, l’azione. Ma leggo un po’ di tutto, non sono una fissata
di un genere specifico, che legge solo quello.
Quale genere letterario non ti
piace?
Come dicevo prima, leggo di
tutto, più che un genere è una modalità di scrittura che non amo: odio le
storie che non hanno trama, che sono solo un susseguirsi di frasi auliche, che
stanno lì per dar sfoggio della bravura dell’autore, senza trasmettere nulla.
Come nascono le tue storie?
Non so nemmeno io come nascono,
vengono così, quando meno me l’aspetto. Di solito di notte, mentre dormo,
oppure mentre guido per andare a lavoro. L’idea mi colpisce improvvisa e inizio
a fantasticarci su. Qualche volta resta sul mio pc sotto il file: ‘idee o
incipit’, qualche altra penso che valga la pena svilupparla e la trasformo in
un racconto. Oltre a Phoenix altri due lavori sono stati ritenuti da me degni
di un maggiore approfondimento e sono in fase ‘ampliamento’
In genere ti immedesimi nei
tuoi personaggi?
Molto, anzi moltissimo, il
gioco per me è tutto lì: l’immaginare una vita completamente diversa, non per
forza più bella, è una forma di evasione che adoro e ancor più entrare nella
mente di qualcun altro, seppur inventato, provare a vedere le cose da una
prospettiva completamente differente dalla mia, mi affascina terribilmente.
Come è nata la tua ultima
opera?
Ormai è aneddoto risaputo, ma
ve lo narro volentieri: aspettavo l’ultima poppata di mia figlia appena nata,
all’una di notte, non volevo dormire perché mi sarei svegliata ancor più
insonnolita, così mi mettevo ad ascoltar musica al buio o guardando i video sul
pc. Lì in quel lasso di tempo è nato phoenix, non so neanch’io come: un’idea,
una semplice traccia che poi è diventato qualcosa di sempre più grande. Alla
fine ho sentito l’esigenza di scriverlo. Non so spiegare bene il perché, o
forse semplicemente non c’è unperché: è accaduto e basta.
Stai lavorando a qualche altro
libro?
Ho molta carne sul fuoco, spero
di riuscir a concludere per bene tutto: ho il seguito di Phoenix, che è già a
buon punto. Un romanzo completamente diverso, scritto per metà e anche progetto
nuovo insieme ad altri autori, di cui però mi sembra prematuro parlare.
Il tuo sogno?
Ho tanti sogni. Quello più
grande è che vada in porto la traduzione in inglese e spagnolo di Phoenix, che
dovrebbe esser pronta per agosto e che lo sbarco all’estero vada bene e il mio
lavoro possa essere apprezzato al di fuori dell’Italia.Contatti:
Amazon Phoenix
brava
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