Chi
è Giada
Strapparava?
Giada
Strapparava è una ragazza nata in provicia di Verona nel 1994. È una grande
appassionata di crimonologia, mentalismo, medicina legale e naturopatia.
Come
è nata la passione per la scrittura?
C'è sempre stata. Ho iniziato a
scrivere il diario quando ero ancora molto piccola. Sin da bambina adoravo i
temi, come le lezioni di Antologia e di Epica. Crescendo poi mi sono resa conto
che non riuscivo a spiegarmi come volevo io con le parole, anzi, mi innervosivo
e basta perché a volte nemmeno facevo il discorso che dovevo fare. Scrivere per
me è stato un po' come iniziare a spiegare l'alstratto.
Qual è il tuo stile?
Uhm, trovo difficile rispondere
a questa domanda. A livello di forma, mi piacciono molto i periodi brevi e
diretti. Adoro scrivere monologhi e lavorare su temi violenti e tematiche
forti. Mi piace soffermarmi sul piano mentale dei personaggi: creare sgomento
psicologico e lavorare sui dettagli che circordano il protagonista all'interno
di una stanza o di uno sfondo, soffermandomi con particolare attenzione su
tutti gli stati d'animo del soggetto.
Il genere letterario che
preferisci di più?
Generalmente leggo thriller,
horror, distopici e fantasy. Una lettura per colpirmi deve avere pochi limiti e
possedere una carica emotiva elevata, quindi molte volte non mi soffermo sul
genere, piuttosto sulla forza del contenuto.
Quale genere letterario non ti
piace?
Solitamente non leggo rosa, ma
mi è capitato di leggere libri di questo genere che ho apprezato molto. Diciamo
che il troppo romantico e banale non mi piace e mi annoia, ma se
all'interno di una storia d'amore si inserisce azione, dinamicità e suspance
allora sì, potrei leggere un romanzo rosa.
Come nascono le tue storie?
Nascono lavorando attivamente
sulla psiche della mente umana. Mi piace soffermarmi sulle debolezze e sulle
lacune che l'uomo per natura possiede e da lì creare una storia strutturata su
avvenimenti e fatti che convertiti riportano a messaggi più profondi. Nei miei
scritti mi piace molto lanciare dei messaggi che porteranno il lettore poi in
separata sede a riflettere. Sì, c'è molta violenza in ciò che scrivo, ma che
bisogno c'è di scandalizzarmi per la realtà?!
In genere ti immedesimi nei
tuoi personaggi?
Sempre. Ogni personaggio
possiede una parte di me: un mio fallimento, un mio dolore, una mia debolezza o
una mia forza. Scrivere thriller psicologici oltre a essere estremamente
meditativo ci insegna anche quando siamo fragili, ma sopratutto come la mente
risulta essere la più potente arma letale.
Come è nata la tua ultima
opera?
Scrissi il primo capitolo quasi
due anni fa, come un piccolo racconto di poche pagine perfettamente
autoconclusivo che poi ho ampliato fino a generare un romanzo. L'egoismo del
respiro è stato lungo e dannato. Ho avuto diversi blocchi perché non mi
sono impostata tracce o scalette: è nato da solo, pagina dopo pagina senza
schemi prefissati.
Stai lavorando a qualche altro
libro?
Sì, attualmente sto lavorando
al mio secondo romanzo. Questa volta però farò un eccezzione: non si tratterà di
un thriller, sinceramente non so nemmeno che genere dargli. I temi violenti mi
piacciono e in ogni libro ci saranno questo genere di sfumature. Però posso
dire che i ricordi, la colpa, la sincronia e il dolore sono i suoi ingredienti
fondamentali.
Il tuo sogno?
Mi piacerebbe moltissimo
continuare a studiare e diventare medico legale. Mi piacerebbe poi fare delle
specialistiche in criminologia e mentalismo e naturopatia. Le malattie mentali
mi affascinano moltissimo. Sicuramente continuerò a scrivere e mi muoverò
sempre all'interno di questa sfumatura della letteratura. Le idee nella mia
testa per i prossimi libri ci sono e ho intenzione di ascoltarle.
Contatti:
Link
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