Chi è Serena Barsottelli?
Mmm... Penso che questa sia la domanda più
difficile a cui si possa rispondere! Tenterò di scrivere qualcosa su di me...
Classe 1985, toscana,
curiosa, determinata e... sicuramente un po' rompi scatole!
Una ragazza con i piedi
per terra e la testa per aria, in cerca di un equilibrio diverso tra realtà e
sogni.
E, per finire, una
guerriera. Ho sempre lottato contro le ingiustizie del mondo. Sono arrivata a
lottare perfino contro una parte di me stessa, quella malata d'anoressia. Sono
una che non ama perdere... e, come amo ricordare, ho vinto io.
Come è nata la
passione per la scrittura?
Da
quando ho imparato a scrivere non ho più smesso: diari, lettere, le prime
poesie... poi ricerche, il primo saggio, i primi racconti brevi... e così via,
sempre alla ricerca del modo migliore di dare voce al mondo dentro e fuori me.
Senza dubbio la passione
per la scrittura si è legata all'amore per la lettura e alla curiosità di
capire le persone intorno a me.
Ho sempre desiderato mettermi nei loro panni ed entrare nella loro testa.
Ho sempre desiderato mettermi nei loro panni ed entrare nella loro testa.
La scrittura,
accompagnata dall'empatia, è un ottimo strumento per capire meglio gli altri...
e se stessi.
Qual è il tuo stile?
Essendo curiosa per natura, amo sperimentare.
Non sono una scrittrice
di saggi o di poesia o di racconti o di romanzi o di articoli.
Per parlare di me, occorre trasformare tutte queste “o” in “e”.
Per parlare di me, occorre trasformare tutte queste “o” in “e”.
Amo scrivere e
comunicare, per questo di volta in volta scelgo la forma che ritengo più adatta
a veicolare il messaggio che voglio trasmettere.
Tendenzialmente quando
scrivo un saggio cerco di essere il più precisa possibile; dedico molto tempo
alla documentazione e alla ricerca di fonti per le diverse teorie. La parte
bibliografica è fondamentale... il resto viene quasi da solo, nella mia testa!
Per quanto riguarda le
poesie, a volte sono brevi come un respiro. In questo caso amo dipingere una
breve sensazione, come un quadro impressionista. Il lettore dovrà fare lo
sforzo di riconoscersi in un lampo. Talvolta, invece, amo creare dei veri e
propri quadri precisi e articolati, spesso decadenti. Dentro ognuno di noi
abita un lato oscuro, che teniamo nascosto alla società. In molte opere voglio
dare voce a questa angoscia, a questa paura, a questo “passeggero oscuro”
(termine che gli appassionati di “Dexter” riconosceranno) che ci accompagna
ogni giorno.
Nei racconti, infine, non
amo la semplicità. Voglio che il lettore si sforzi di capire. Che sia presente,
con la sua testa e con il suo cuore, nella narrazione. In questo contesto
lascio libero gioco a empatia e sperimentazione.
Il genere letterario
che preferisci di più?
La
narrativa, senza dubbio. Non tralascio, però, la poesia. Se potessi rispondere
con un titolo di un libro, direi “Seta” di Alessandro Baricco: il perfetto
connubio tra la forma narrativa e la poesia dei contenuti e delle parole.
Quale genere
letterario non ti piace?
Credo di
non essere molto attratta dal racconto erotico.
Essendo, però, molto
curiosa e mentalmente aperta, potrei acquistarne un titolo e innamorarmi
perdutamente di un racconto di questo tipo, al di là del genere.
Come nascono le tue
storie?
Altra domanda molto bella
e molto complessa al contempo.
Dipende.
Alcune storie nascono da
due o tre parole che mi frullano in testa al momento del risveglio. Provo a
seguire il filo rosso e lascio che la storia venga giù quasi da sola.
Altre, invece, dalla mia
parte nascosta, così diversa dalla ragazza sorridente e tranquilla che molti
sono abituati a conoscere.
Altri ancora dal mio
vissuto e dal mondo che mi circonda.
Concludendo, nascono da
un'idea, che può essere a sua volta ispirata dalla realtà intorno a me, da una
parte di me o dal dj che mette i dischi nella mia mente.
In genere ti
immedesimi nei tuoi personaggi?
Mentre scrivo abbandono totalmente Serena per cercare di entrare nella mente
del personaggio.
L'unico personaggio che
ho lasciato libero di spaziare in me e nelle parti più nascoste di me è Lisbeth
Pfaff, il mio alter ego. Sto proprio lavorando a un racconto lungo che le darà
ampio spazio e voce.
Come è nata la tua ultima
opera?
“D'Amore, Morte e d'altri
miti” è una raccolta di poesie edita da Edizioni CinqueMarzo.
Molti anni di versi hanno subito una dura selezione e sono stati raccolti in due sezioni dedicate ai grandi miti della condizione umana: l'Amore e la Morte, la vita e la distruzione. Un binomio non sempre così antitetico, ma spesso dai rapporti più complicati di quanto si creda.
Molti anni di versi hanno subito una dura selezione e sono stati raccolti in due sezioni dedicate ai grandi miti della condizione umana: l'Amore e la Morte, la vita e la distruzione. Un binomio non sempre così antitetico, ma spesso dai rapporti più complicati di quanto si creda.
Stai lavorando a
qualche altro libro?
In cantiere
ci sono diversi progetti: un saggio che completerà il primo, “VoraceMente”,
edito nel 2014 da Edizioni CinqueMarzo.
Sto continuando a
scrivere poesie e racconti.
Infine, sto lavorando a
un pezzo teatrale... un riadattamento di un'opera molto conosciuta. Al momento
non posso dire altro!
Il tuo sogno?
Ne ho tanti... forse troppi!!! Il primo,
pubblicare un libro, è stato realizzato.
Ora vorrei poter
rispondere alla domanda “Che lavoro fai?” con “La scrittrice”. Per il momento
mi limito a proseguire il mio tirocinio e il mio apprendistato, lasciando la
scrittura come terzo lavoro.
In fondo le giornate
hanno ben 24 ore, no?! ;)
PAGINA FACEBOOK: https://www.facebook.com/SerenaBarsottelliScrittrice
Email:
serena.barsottelli@hotmail.it
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