martedì 14 aprile 2015

Intervista a Irene Milani

 Chi è Irene Milani
Irene è una moglie, mamma, insegnante che per ritagliarsi uno spazio tutto per sé, per leggere o scrivere, dev’essere sempre super organizzata… ma non tutte le ciambelle riescono col buco! Sono socievole, spesso troppo accondiscendente e, aimè, molto golosa.

Come è nata la passione per la scrittura? 
L’amore per la scrittura ha origine da quello per la lettura che ho avuto fin da piccolina. Quasi senza accorgermi ho iniziato a sentire l’esigenza di mettere su carta pensieri, sensazioni e vicende che non trovavo nei libri che leggevo.

Qual è il tuo stile? 
Avendo letto molto e di generi e stili diversi credo di aver creato un modo mio di scrivere che unisce gli aspetti che amo di più dei miei autori preferiti: elencarli sarebbe inutile perché talmente diversi e distanti tra loro da apparire inconciliabili… eppure ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa.

Il genere letterario che preferisci di più? 
Ultimamente prediligo i romanzi a sfondo storico, come ad esempio quelli di Ken Follet, ma leggo anche gialli, romanzi rosa e soprattutto i classici della letteratura italiana e straniera.

Quale genere letterario non ti piace? 
Non amo molto il fantasy ma ne ho letti comunque parecchi.

Come nascono le tue storie? 
I primi lavori avevano protagonisti attraverso i quali facevo emergere i miei pensieri e le mie esperienze; in seguito la situazione si è ribaltata e sono i personaggi che prendono vita e parlano attraverso l’autore… insomma sono loro ad aver preso le redini del libro!
In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi? Sicuramente! In ognuno c’è molto di me: di come sono, di come vorrei essere e di come gli altri mi vedono, tutto mescolato insieme con, ovviamente, una buona dose di fantasia.
 
Come è nata la tua ultima opera? 
Può sembrare strano ma “la voce” della protagonista ha iniziato a parlarmi mentre camminavo con le cuffie dell’Mp3 nelle orecchie in una giornata di primavera, proprio come racconto nelle prime pagine del romanzo. Il resto è venuto quasi di getto, con dialoghi e scene che mi venivano in mente in ogni momento della giornata e che dovevo fermare sulla pagina prima che svanissero, cosa che quando si ha un bambino piccolo può essere complicato.

Stai lavorando a qualche altro libro? 
La vicenda iniziata ne “Il ritratto” non era conclusa, così ho terminato le avventure dei protagonisti con tre capitoli che spero vengano presto pubblicati.


 Il tuo sogno? 
Vedere il mio libro sullo scaffale di una grande libreria.

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