Irene è una moglie, mamma, insegnante che per
ritagliarsi uno spazio tutto per sé, per leggere o scrivere, dev’essere sempre
super organizzata… ma non tutte le ciambelle riescono col buco! Sono socievole,
spesso troppo accondiscendente e, aimè, molto golosa.
Come è nata la passione per la
scrittura?
L’amore per la scrittura ha origine da quello per la lettura che ho
avuto fin da piccolina. Quasi senza accorgermi ho iniziato a sentire l’esigenza
di mettere su carta pensieri, sensazioni e vicende che non trovavo nei libri
che leggevo.
Qual è il tuo stile?
Avendo
letto molto e di generi e stili diversi credo di aver creato un modo mio di
scrivere che unisce gli aspetti che amo di più dei miei autori preferiti:
elencarli sarebbe inutile perché talmente diversi e distanti tra loro da
apparire inconciliabili… eppure ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa.
Il genere letterario che
preferisci di più?
Ultimamente prediligo i romanzi a sfondo storico, come ad
esempio quelli di Ken Follet, ma leggo anche gialli, romanzi rosa e soprattutto
i classici della letteratura italiana e straniera.
Quale genere letterario non ti
piace?
Non amo molto il fantasy ma ne ho letti comunque parecchi.
Come nascono le tue storie?
I
primi lavori avevano protagonisti attraverso i quali facevo emergere i miei
pensieri e le mie esperienze; in seguito la situazione si è ribaltata e sono i
personaggi che prendono vita e parlano attraverso l’autore… insomma sono loro
ad aver preso le redini del libro!
In
genere ti immedesimi nei tuoi personaggi? Sicuramente! In ognuno c’è
molto di me: di come sono, di come vorrei essere e di come gli altri mi vedono,
tutto mescolato insieme con, ovviamente, una buona dose di fantasia.
Come
è nata la tua ultima opera?
Può sembrare strano ma “la voce” della
protagonista ha iniziato a parlarmi mentre camminavo con le cuffie dell’Mp3
nelle orecchie in una giornata di primavera, proprio come racconto nelle prime
pagine del romanzo. Il resto è venuto quasi di getto, con dialoghi e scene che
mi venivano in mente in ogni momento della giornata e che dovevo fermare sulla
pagina prima che svanissero, cosa che quando si ha un bambino piccolo può
essere complicato.
Stai lavorando a qualche altro
libro?
La vicenda iniziata ne “Il ritratto” non era conclusa, così ho terminato
le avventure dei protagonisti con tre capitoli che spero vengano presto
pubblicati.
Il tuo sogno?
Vedere il mio libro sullo
scaffale di una grande libreria.
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