sabato 13 giugno 2015

Intervista a Ilaria Pasqua

Presentati.
Mi chiamo Ilaria, sono nata a Roma trent’anni e qualche mese fa (ahimè), e ho studiato al Dams perché sono un’appassionata di cinema da tutta la vita. Ma il mio amore per la scrittura non è da meno e infatti collaboro anche con un sito di cinema Recencinema, con un giornale, Futuro Quotidiano, per cui scrivo articolo di cultura, media e innovazione, e per il nuovo Blogazine di Lettere Animate, BitBot, dove parlo anche di editoria digitale.

Come è nata la passione per la scrittura?
Durante gli anni dell’Università, devo ammettere. Ho sempre amato compilare quintali di diari quando ero ragazzina, ma non avevo ancora capito quanto mi piacesse, e quanto mi facesse stare bene, o divertisse, scrivere. Un professore mi ha detto: “dovresti proprio approfondire” e allora l’ho fatto. E meno male!

Qual è il tuo stile?
Uso uno stile lineare, incisivo, chiaro e il più scorrevole possibile, ma che abbia anche un bel ritmo. Anche perché questo è anche il tipo di scrittura che amo leggere. Quella che rimane impressa, che silenziosa se ne scende in profondità.

Il genere letterario che preferisci di più?
Adoro il realismo magico, e i libri che tendono al surreale. Poi la fantascienza, soprattutto sociologica (alla Dick per intendersi), e i distopici…! Ma leggo davvero quasi tutto.

Quale genere letterario non ti piace?
Non amo molto la narrativa realista. Adoro scappare via in altri mondi, o trovare nella realtà degli elementi particolari e fuori dal comune che mi permettano di guardarla con occhi differenti.

Come nascono le tue storie?
Da un pensiero, ma spesso da un’immagine che salta alla mente e dà il via a una catena di pensieri inarrestabile. Se i pensieri superano la giornata, continuando a crescere e a crescere, allora la storia solitamente prende davvero forma.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Sì, certamente. È proprio impossibile non farlo.

Come è nata la tua ultima opera?
Stavo leggendo un articolo su una rivista e una frase mi ha fatto saltare in mente l’idea. In realtà all’inizio non ci avevo fatto caso, poi mi sono resa conto di aver poggiato la rivista e di essermi imbambolata, intrappolata in una rete di pensieri ancora senza forma. Così ho provato a sviluppare quegli input e piano piano ha trovato la sua strada dentro di me.

Stai lavorando a qualche altro libro?
In questo momento esatto no. Prendo un attimo fiato. Piuttosto sto scrivendo qualche racconto, giusto per allentare un po’ la tensione. Quando si finisce una storia lunga ho sempre bisogno di un momento di distacco… le emozioni sono sempre fortissime e sfiancanti.

Il tuo sogno?
Poter vivere di scrittura. E visto che è complicato, continuare a emozionarmi e a divertirmi a scrivere per me e soprattutto per tutte le persone che mi fanno felice leggendo le mie storie, facendomi sentire il loro calore. Grazie a tutti, davvero di cuore. E grazie a te per lo spazio che mi hai concesso.

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