giovedì 28 novembre 2013

Criccano di Noi Film: Ruby Sparks

Ciao a tutti Cricche :),
come avete notato mi sono un pò fermata con le Interviste Criccose perchè sto aspettando le risposte dalle case editrici. In alternativa ho pensato di iniziare questi nuovi post, Criccano di Noi, in cui parlo e vi segnalo libri o film che trattano di scrittori :) 
Iniziamo con il film: 
RUBY SPARKS


Il protagonista è Calvin, un giovane scrittore che dopo il grande successo con il suo primo romanzo, non riesce più a creare. E' un ragazzo dal carattere timido e chiuso e con una brutta esperienza amorosa alle spalle, in più è sotto pressione perchè tutti si aspettano un'altra fantastica opera. Dopo la seduta dallo psicologo, e sotto suo consiglio, torna a casa e cerca di creare qualcosa, "anche se è scritto male, non importa" questo è quello che dice il dottore, e arriva a descrivere Ruby. Il blocco dello scrittore pare dissiparsi e più scrive di lei, più ne rimane ossessionato fin quando, un giorno, Ruby si materializza in casa sua. Dopo i primi momenti di incredulità il ragazzo si abitua, si convince che è "reale" dato che tutti la vedono e se ne innamora: il grande vantaggio per lui è che attraverso la scrittura riesce a plasmare e comandare Ruby.

Lo ammetto, dalla trama sembra un pò inquietante. Il film l'ho visto con mia sorella ed è piaciuto ad entrambe dato che lo troviamo strutturato bene. I tempi sono giusti, non è lento e gli attori sono molto bravi soprattutto l'attrice che interpreta Ruby Sparks (Zoe Kazan). Il film inizia come opera comica: è divertente, surreale, simpatico e Calvin suscita una gran tenerezza. Man mano che si va avanti tutto cambia: le scene, l'ambientazione diventano più cupe, quasi claustrofobiche. Ruby inizia ad avere una sua indole, distingue cosa le piace e cosa no, per poi allontanarsi dal suo scrittore fin quando è stesso lui a prendere in mano la macchina da scrivere per far ritornare la ragazza sui suoi passi.
Non vado oltre per non fare spoiler, il finale l'ho trovato molto azzeccato e non banale, anzi mi ha stupito dato che avrei immaginato tutt'altro :)
In conclusione lo consiglio :) se dovessi dargli un voto gli darei un 7.5  
Voi lo avete visto? :)


Stefania 

giovedì 21 novembre 2013

Il blocco dello scrittore

Cosa che capita a tutti gli scrittori, che è peggio di quando non c'è la voglia di scrivere, è il  famoso blocco!
In genere arriva dopo un periodo fruttuoso di scrittura, caso mai siamo arrivati a metà romanzo o peggio, quasi alla fine, o altre volte iniziamo il lavoro, ma già dai primi capitoli c'è qualcosa che non ci convince.
E' una delle cose peggiori proprio perchè capita nei periodi in cui si ha voglia di scrivere, ma tutto ad un tratto "bang"! Il vuoto più totale.
Ognuno affronta questo momento in modo diverso e così abbiamo:
- Lo scrittore ostinato: è quella categoria di persone che si mettono o davanti al pc o davanti un foglio di carta e non si scollano dalla scrivania fin quando non trovano il modo di sbloccarsi.
- Lo scrittore sognatore: si immagina di entrare nella sua storia e di prendere a schiaffi ogni singolo personaggio. Dialoga con loro e attua una strategia di azione per andare avanti.
- Lo scrittore inciucione (pettegolo): prende di mira amici o cugini o parenti e discutono sulla situazione dei singoli personaggi come se fossero veri.
- Lo scrittore in cerca di ispirazione: legge libri, guarda film o sente musica nella speranza di trovare un qualcosa che lo ispiri e che lo sblocchi.
- Lo scrittore goloso: per il nervoso si lancia sul barattolo di nutella, sui dolciumi o sul salato.
- Lo scrittore pacato: non fa niente per trovare una soluzione. Vive tranquillamente la sua vita cercando di non pensare al racconto. La sua filosofia: "l'idea arriverà al momento giusto".

Io mi trovo tra la categoria scrittore inciucione (metto in croce mia sorella XD) e  lo scrittore pacato.
Voi in che categoria vi trovate? Oppure vi approcciato al blocco dello scrittore in altro modo facendomi scoprire un'altra categoria? :)

Stefania


giovedì 14 novembre 2013

Dal libro al cinema

Il titolo dice già tutto.
Dato che tra pochissimo nelle sale dei cinema (27 novembre), uscirà il secondo film della trilogia Hunger Games di Susan Collins, ho deciso di affrontare il discorso del passaggio dal libro al film.
Prendo ad esempio questa trilogia che ho molto apprezzato, ma si possono fare tantissimi esempi: da quelli più  famosi come Harry Potter, il Signore degli Anelli, Le Cronache di Narnia... a quelli meno conosciuti come Un amore all'improvviso, titolo cambiato del libro La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo di Niffengger.
In merito ho pareri contrastanti: da una parte c'è la curiosità nel vedere i personaggi materializzarsi dal "vivo" attraverso lo schermo, dall'altra c'è la delusione perchè in realtà non sono sempre come ce li siamo immaginati o come vengono caratterizzati nella storia, ed è lo stesso fardello per la trama. Nei film tendono a tagliare scene chiave, ad accorciarle o, peggio, cambiarle completamente.
Fatto rimane che è bello fare dei confronti tra le due versioni e vedere quale ci ha soddisfatto di più :)

La domanda che vi pongo è: pubblicate un racconto/romanzo, ha così tanto successo che qualcuno ne vuole fare una trasposizione cinematografica, ma al patto di fare dei cambiamenti (caso mai per rendere il prodotto più "commerciale" o perchè la storia è troppo lunga e bisogna tagliarla) da bravi genitori dell'opera cosa fareste?

Intanto vi lascio il trailer della Ragazza di Fuoco.
Con il primo film stiamo 1-0 per il libro, anche se i costumi, soprattutto di  Katniss, li ho trovati meglio realizzati e caratterizzati nel film :)





Stefania


giovedì 7 novembre 2013

Ho finito di scrivere il mio racconto/romanzo e ora?

Finiamo di scrivere il nostro lavoro e siamo pronti a inviarlo alle case editrici, anzi ci siamo già segnati una ventina e più di nomi di papabili CE da inviare il manoscritto sia per via cartacea che per e.mail.
Quando stiamo per compiere questo passo siamo tutti esaltati e pieni di speranze, ma alt!
Dobbiamo tutelarci perchè fidarci è bene, non fidarci è meglio.
Un  editore, una persona a noi vicina, qualsiasi individuo può appropriarsi della nostra opera e spacciarla per sua.
Quindi dopo aver fatto l'autocorrezione e prima di far sballottolare il manoscritto tra CE o agenzie letterarie varie, dobbiamo certificare che l'opera è farina del nostro sacco. Come?
Due sono i modi:
1- iscrivere l'opera alla Siae
Qui sono le noti dolenti perchè oltre la seccatura burocratica tra le scartoffie c'è una sommetta non indifferente da pagare. Tariffe per la deposizione delle opere.

2- (metodo che uso) autoinviarsi per raccomandata l'opera.
Metodo semplice, facile, veloce ed economico per assicurarsi  i diritti del nostro lavoro. Una volta arrivato il pacco lo dovrete custodire gelosamente, insieme alla ricevuta ovviamente, nel vostro cassetto. E lì deve rimanere senza aprirlo.

Voi come vi comportate in merito? Ci sono altri metodi che usate? :)

Altri post che potrebbero interessarvi:
Il Self Publishing
La scelta della casa editrice!

Stefania