martedì 8 settembre 2015

Intervista a Rossella Padovano

Presentati.
Mi chiamo Rossella Padovano, e vivo tra la Germania e l’Italia. Sono una designer di moda e mi interessa ogni forma di comunicazione. Tra le varie passioni, la scrittura da qualche anno è al primo posto. Il mio lavoro di designer mi obbliga a ritmi scombussolati, ma strappo brandelli di tempo con le unghie per portare avanti il mio prossimo romanzo. Organizzandomi e sfruttando i fine settimana liberi, ho terminato e pubblicato La Grazia dell’Acqua, il mio primo racconto.

Come è nata la passione per la scrittura?
Ho sempre scritto, ma l’idea di cimentarmi con un romanzo vero e di tentarne la pubblicazione non mi aveva mai sfiorato prima di qualche anno fa. È avvenuto tutto in modo naturale, ho sentito l’esigenza di scrivere una storia e far sì che altri potessero leggerla. La casa editrice Lettere Animate mi ha dato questa possibilità.

Qual è il tuo stile?
Sullo stile ho lavorato tanto, mi piace usare le parole in maniera estetica, più per evocare sensazioni e immagini anziché descrivere e basta.

Il genere letterario che preferisci di più?
Mi considero un’appassionata di libri, quindi sono piuttosto onnivora, amare Jane Austin e Shakespeare, non esclude dalla mia libreria autori formidabili come Jean-Claude Izzo o Josh Bazell. La mia lista è varia.

Quale genere letterario non ti piace?
Il genere rosa, mi annoia.

Come nascono le tue storie?
Mi lascio ispirare dal cinema, dalla musica, dai viaggi di lavoro che mi portano spesso in paesi dalla cultura differente. Da tutte le storie che ho letto, dal fumetto, dall’arte, sono benzina per i nuovi spunti che diventeranno storie.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Quasi mai, ma devo ammettere di gioire e soffrire con loro, è come se fossero reali, amici con cui trascorrere il tempo e che saluto a malincuore, quando il lavoro è terminato. Separarmi da loro è un vero e proprio dramma.

Come è nata la tua ultima opera?
Immagina un tappo che salta senza controllo. Ad un tratto il racconto ha iniziato a venir fuori. La summa di libri letti, film, musica e immagini si sono mescolate tra loro e sono esplose, riversandosi sotto forma di parole sulle pagine di quello che è diventato “La Grazia dell’Acqua”. Sicuramente l’ispirazione è partita anche dal luogo in cui vivo, la Baviera con i suoi laghi e il suo singolare imbrunire, è la stessa che ha colorato di blu il film Ludwig di Luchino Visconti, e poi Roma, la mia seconda città, piena d’arte, storia e bellezza. Ero in viaggio quando ho cominciato a scrivere la prima scena, senza nemmeno sapere il perché. A questa poi se ne sono aggiunte altre, avevo tracciato la storia ma solo fino a un certo punto, poi un personaggio che non sapevo esistesse è entrato in scena prepotentemente, suggerendomi il finale. L’ho ascoltato, il suo potere di persuasione è indiscutibile, e credo che ogni lettore se ne sia accorto.

Stai lavorando a qualche altro libro?
Sì, e mi aspetta qualche mese di lavoro per la revisione finale. Ho scelto un soggetto e un’ambientazione diversi, come una pausa defaticante, ma poi il lavoro si è rivelato ugualmente impegnativo. Prevedo di terminarlo e tentarne la pubblicazione entro dicembre. Nel frattempo alcune pagine del sequel di “La Grazia dell’Acqua” sono già state buttate giù, ma non so ancora se il progetto andrà in porto.

Il tuo sogno?
Poter vivere di scrittura. Sì, è un vero sogno…

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