martedì 24 febbraio 2015

Intervista a Serena Barsottelli

Chi è Serena Barsottelli? 
Mmm... Penso che questa sia la domanda più difficile a cui si possa rispondere! Tenterò di scrivere qualcosa su di me...
Classe 1985, toscana, curiosa, determinata e... sicuramente un po' rompi scatole!
Una ragazza con i piedi per terra e la testa per aria, in cerca di un equilibrio diverso tra realtà e sogni.
E, per finire, una guerriera. Ho sempre lottato contro le ingiustizie del mondo. Sono arrivata a lottare perfino contro una parte di me stessa, quella malata d'anoressia. Sono una che non ama perdere... e, come amo ricordare, ho vinto io.

Come è nata la passione per la scrittura?
Da quando ho imparato a scrivere non ho più smesso: diari, lettere, le prime poesie... poi ricerche, il primo saggio, i primi racconti brevi... e così via, sempre alla ricerca del modo migliore di dare voce al mondo dentro e fuori me.
Senza dubbio la passione per la scrittura si è legata all'amore per la lettura e alla curiosità di capire le persone intorno a me.
Ho sempre desiderato mettermi nei loro panni ed entrare nella loro testa.
La scrittura, accompagnata dall'empatia, è un ottimo strumento per capire meglio gli altri... e se stessi.

Qual è il tuo stile? 
Essendo curiosa per natura, amo sperimentare.
Non sono una scrittrice di saggi o di poesia o di racconti o di romanzi o di articoli.
Per parlare di me, occorre trasformare tutte queste “o” in “e”.
Amo scrivere e comunicare, per questo di volta in volta scelgo la forma che ritengo più adatta a veicolare il messaggio che voglio trasmettere.
Tendenzialmente quando scrivo un saggio cerco di essere il più precisa possibile; dedico molto tempo alla documentazione e alla ricerca di fonti per le diverse teorie. La parte bibliografica è fondamentale... il resto viene quasi da solo, nella mia testa!
Per quanto riguarda le poesie, a volte sono brevi come un respiro. In questo caso amo dipingere una breve sensazione, come un quadro impressionista. Il lettore dovrà fare lo sforzo di riconoscersi in un lampo. Talvolta, invece, amo creare dei veri e propri quadri precisi e articolati, spesso decadenti. Dentro ognuno di noi abita un lato oscuro, che teniamo nascosto alla società. In molte opere voglio dare voce a questa angoscia, a questa paura, a questo “passeggero oscuro” (termine che gli appassionati di “Dexter” riconosceranno) che ci accompagna ogni giorno.
Nei racconti, infine, non amo la semplicità. Voglio che il lettore si sforzi di capire. Che sia presente, con la sua testa e con il suo cuore, nella narrazione. In questo contesto lascio libero gioco a empatia e sperimentazione.

Il genere letterario che preferisci di più? 
La narrativa, senza dubbio. Non tralascio, però, la poesia. Se potessi rispondere con un titolo di un libro, direi “Seta” di Alessandro Baricco: il perfetto connubio tra la forma narrativa e la poesia dei contenuti e delle parole.

Quale genere letterario non ti piace? 
Credo di non essere molto attratta dal racconto erotico.
Essendo, però, molto curiosa e mentalmente aperta, potrei acquistarne un titolo e innamorarmi perdutamente di un racconto di questo tipo, al di là del genere.

Come nascono le tue storie? 
Altra domanda molto bella e molto complessa al contempo.
Dipende.
Alcune storie nascono da due o tre parole che mi frullano in testa al momento del risveglio. Provo a seguire il filo rosso e lascio che la storia venga giù quasi da sola.
Altre, invece, dalla mia parte nascosta, così diversa dalla ragazza sorridente e tranquilla che molti sono abituati a conoscere.
Altri ancora dal mio vissuto e dal mondo che mi circonda.
Concludendo, nascono da un'idea, che può essere a sua volta ispirata dalla realtà intorno a me, da una parte di me o dal dj che mette i dischi nella mia mente.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi? 
Mentre scrivo abbandono totalmente Serena per cercare di entrare nella mente del personaggio.
L'unico personaggio che ho lasciato libero di spaziare in me e nelle parti più nascoste di me è Lisbeth Pfaff, il mio alter ego. Sto proprio lavorando a un racconto lungo che le darà ampio spazio e voce.

Come è nata la tua ultima opera? 
“D'Amore, Morte e d'altri miti” è una raccolta di poesie edita da Edizioni CinqueMarzo.
Molti anni di versi hanno subito una dura selezione e sono stati raccolti in due sezioni dedicate ai grandi miti della condizione umana: l'Amore e la Morte, la vita e la distruzione. Un binomio non sempre così antitetico, ma spesso dai rapporti più complicati di quanto si creda.

Stai lavorando a qualche altro libro? 
In cantiere ci sono diversi progetti: un saggio che completerà il primo, “VoraceMente”, edito nel 2014 da Edizioni CinqueMarzo.
Sto continuando a scrivere poesie e racconti.
Infine, sto lavorando a un pezzo teatrale... un riadattamento di un'opera molto conosciuta. Al momento non posso dire altro!

Il tuo sogno? 
Ne ho tanti... forse troppi!!! Il primo, pubblicare un libro, è stato realizzato.
Ora vorrei poter rispondere alla domanda “Che lavoro fai?” con “La scrittrice”. Per il momento mi limito a proseguire il mio tirocinio e il mio apprendistato, lasciando la scrittura come terzo lavoro.
In fondo le giornate hanno ben 24 ore, no?! ;)

Contatti: 

Email: serena.barsottelli@hotmail.it

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